venerdì 21 giugno 2013

LA VIOLENZA NON DEVE VINCERE



Ci sono ogni giorno motivi per valutare, pensare, discutere, dibattere e accalorarsi. Detto questo, però, dobbiamo stare attenti e non lasciare niente al caso. Viviamo in un mondo globalizzato, un mondo in cui un cittadino qualunque in un paese sperduto può essere in contatto con chiunque su quasi tutto il globo. Ciò è stupefacente, è un potere enorme, ma come si sa "da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Si apre così una stagione in cui ogni parola, ogni gesto, ogni attenzione deve essere soppesata, valutata e scandagliata nel profondo.
La discussione, anche aspra, deve portare ad un confronto pacifico in cui i portatori di idee diverse fanno intrecciare le riflessioni che poi possono portare ad una sintesi oppure ad un sostanziale "nulla di fatto". Ma è importante anzi, fondamentale, che siano le idee a scontrarsi e non i loro portatori - certo, i caratteri impliciti di ognuno influenzano il dibattito e non potrebbe essere altrimenti, ma se il confronto scende dall'idea alla persona, questo deve rimanere ancorato al rispetto che tutti devono avere verso l'altro come persona senza distinzione di sesso, razza, credo religioso o politico, condizione economica e sociale. Quando ciò avviene, non assistiamo solo ad una violenza ideologica fine a se stessa, ma ad un comportamento che trova nei media di oggi una cassa di risonanza mondiale e che spinge all'emulazione altri individui. Tra questi poi, non è detto che non vi siano dei potenziali personaggi pericolosi che, portati al limite di una situazione di sopportazione e chiusi in una spirale a cui le Istituzioni non riescono a dare una via d'uscita, sfociano in atti estremi. È successo poche settimane fa davanti a Palazzo Chigi. È successo, però, anche qui, sul nostro territorio. Proprio per questo vogliamo esprimere solidarietà al sindaco di Livorno Alessandro Cosimi che oggi ha ricevuto minacce di morte firmate con una stella a cinque punte.
Tali episodi sono da rifiutare con forza e da condannare fin dal primo momento in cui ne siamo venuti a conoscenza. Il non agire tempestivamente su tali atti equivale ad un "laisser faire" che non ci possiamo permettere. Dobbiamo ristabilire un'autorevolezza delle Istituzioni ed essere noi i primi a difenderle. Se non le difendiamo, questi baluardi della democrazia in un Paese che ha perso ogni fiducia, allora saranno abbattute dagli estremismi che saranno via via crescenti e che anche noi, non facendo niente, avremo contribuito a far sviluppare. Questo non dobbiamo e non possiamo permetterlo, mai!

Nicola Imbroglia

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