mercoledì 12 giugno 2013

La Democrazia e l'Astensione



Dunque non siamo morti anzi, siamo più vivi degli altri. La legittima soddisfazione per i risultati conseguiti e per la fiducia di cui il PD ancora gode, a livello amministrativo, non deve però far dimenticare l'altro volto, forse più importante e anzi, strategico, dell'attuale paesaggio elettorale e cioè che metà dei cittadini non partecipa al voto. E poi: i risultati elettorali hanno una valenza nazionale? Sicuramente ci sono meriti personali: Del Bono a Brescia, Manildo a Treviso, Valentini a Siena, Marino a Roma ecc. Non era mai accaduto che in una tornata elettorale alle amministrative il risultato fosse così sbilanciato da una sola parte. Il Partito Democratico ha vinto ovunque, ha vinto nelle città storicamente di sinistra come nelle fortezze della destra, a Nord, al Centro e al Sud. La discussione necessaria ora, però, è quella sul lavoro di squadra e sin da ora dobbiamo lavorare per migliorare. Di divisioni personalistiche non ne possiamo più. Il Congresso che andiamo a fare deve consentire una battaglia aperta sui progetti per l'Italia di domani, ma devono essere messi fuori gioco le rivalità ormai patologiche tra notabili. Il PD può e deve incidere sul governo, deve guidarlo senza superbia, ma anche senza balbettii. Deve ritrovare una "connessione sentimentale" con il suo popolo. Il Congresso è un'occasione da non perdere per rendere concreto quel rinnovamento promesso ormai da tempo e chiesto a gran voce da tutti i nostri iscritti ed elettori.

L.B.

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